Rubriche

Rate this item
(0 votes)

Girare in pista ovali con 42 matti vicinissimi non è mica facile. Servono sangue freddo, tanta pazienza, una conoscenza approfondita del mezzo e delle sue caratteristiche e soprattutto serve la capacità di capire il momento in cui attaccare e quello in cui limitare i danni. Doti da pochi, doti da saggi. Ospite del CIN questa settimana Fabrizio Ugolotti, il “professore” del CIN. Macchina gialloblu, sempre nelle prime posizioni, mai fuori luogo e sempre sul pezzo come si addice a chi questa “materia” la mastica da un po'. Fabrizio è un storico del CIN, presente sin dalle prime edizioni e tornato in pista da pochi anni. Elemento di spicco anche nella direzione gara con il passare del tempo è ora divenuto una figura quasi mitologica nel campionato. Conoscenza, impegno e dedizione lo hanno reso punto di forza del suo team e punto di riferimento per compagni di squadra e avversari sia fuori che in pista. Lo scorso anno aveva deciso di correre poco, il tempo da dedicare era poco, poi dopo un paio di risultati positivi noi della redazione CIN gli abbiamo chiesto: “Vuoi fare sul serio?” Lui ha risposto: “No, ma ottimizzero il tempo che ho disposizione per fare solo qualche bella gara”. Risultato? Playoff raggiunti e tanto di più. Nel gesto sta l’uomo, nella risposta eccovi da vicino il “professore”:

Una domanda per tutti quelli che non sono CINNERS, perchè la NASCAR in Italia?
Il mondo NASCAR reale come spettacolo USA lo vivo solo per riflesso e curiosità, ma per molti simmer nostrani nati nel millenovecentoequalcosa le NASCAR sono state le prime auto simulate online quando ancora si “giocava” con connessioni su modem 56k o ISDN. La serie NASCAR è stata uno dei primi giochi online e ha aperto un nuovo mondo e un nuovo concetto di sfida, non più contro auto governate da un software ma contro altre persone. Io, da quel momento, credo di non aver più concepito e gradito giochi in single-player, èfabrizio stata una svolta epocale ed è stata grazie alla fantastica serie NASCAR degli inizi anni 2000.
Parlaci del tuo esordio al CIN
Sono uno dei vecchi iscritti al CIN (inizialmente con altri acronimi ma di fatto sempre un campionato italiano che simulava la serie NASCAR) dei primissimi anni 2000, poi per motivi di lavoro, sport e famiglia mi ero fermato. Sono rientrato 2 campionati fa ritrovando vecchi amici e una community numerosa e soprattutto sana. Nel primo campionato ho dovuto togliere ruggine sia nella guida che nelle procedure di gara perchè l’aspetto strategico, la regolarità, il saper stare fuori dai guai e la pazienza sono punti essenziali da mettere a fuoco per chi inizia o ricomincia come me.


Il tuo TEAM? Ogni quanto lavorate insieme? pensi sia importante?
Abbiamo terminato due campionati con gli Hot Pistons, perennemente e duramente in lotta soprattutto con il Team ABS per la vittoria di ogni gara e quindi del campionato. Ho la fortuna di avere in team due top driver come Cedrati che considero il più forte e talentuoso in assoluto e Bortolotti che è la sintesi del perfetto pilota Nascar. A questi si aggiungeva la conoscenza dei setup di Giancarlo Moretto per metterci nelle condizioni di avere gli strumenti per lottare al vertice. E’ stato tutto molto sfidante e coinvolgente ma l’aspetto “stress” legato alle notevoli risorse che richiede lo sviluppo e la preparazione per lottare ai vertici mi ha fatto poi virare verso l’idea di prenderla in modo più leggero per il campionato in corso. Da li è nata l’idea di ricreare il Team Brakeless, stesso nome usato negli anni 2000 da me, sempre con Bortolotti e anche Loi che è rientrato in questo campionato. Anche Cedrati si sapeva che non avrebbe potuto fare tutte le gare ma ha comunque sposato il progetto così come l’americano Beardsley. Poi abbiamo contattato De Gennaro perché riteniamo che sia fondamentale per ogni team svolgere anche un'azione formativa e di supporto verso nuovi piloti che dimostrano attaccamento al CIN. L’intento base del nuovo team è di prendere il campionato in modo più soft, dedicando esattamente le risorse di tempo e voglia presenti in quel momento, senza la pressione di dover performare obbligatoriamente. Il risultato è stato che da inizio campionato ad adesso abbiamo messo in tutto 3h di server per allenamento condiviso, io sto cercando di mettere in pratica gli insegnamenti sui setup degli anni precedenti cercando di approfondire gli aspetti aerodinamici che sono fondamentali per questa auto ma nel frattempo sono rimasto in top 10, Cedrati si presenta alle gare senza un giro di allenamento e poi vince o ci va molto vicino, Bortolotti si allena quando può ma è rimasto primo in classifica per 8 gare e adesso è terzo, Loi al rientro dopo anni, ha fatto 4 pole e ha già ottenuto una vittoria, De Gennaro è regolarmente nei primi 15 e piano piano farà esperienza per portare a casa i risultati, Beardsley sta inanellando una serie di eventi sfortunati dovuti a problemi hardware ma quando è a posto è anche lui in top 10. Lavorare insieme magari non è determinante in certe situazioni come la nostra ma è molto importante perchè consente di avere dei riferimenti soprattutto se hai dei compagni esperti e se c’è qualcuno che sappia mettere le mani nei setup perchè lo sviluppo porta via ore di lavoro, specialmente quando devi verificare come un setup si comporta nei run lunghi, quindi avere più auto che possano fare i test è meglio anche per poter verificare cosa succede alle gomme rimanendo in scia.

Chi è il tuo pilota preferito nel mondo dei motori?
Il pilota che in assoluto mi ha più emozionato in questi anni è stato Valentino Rossi, quindi “tradisco” le 4 ruote che seguo principalmente nella versione F1 e nomino il miglior italiano sulle 2 ruote.

Da dove vieni, quali sono i tuoi hobby?
A quasi 55 anni, sono un ex giocatore di volley professionista, quindi dalla mia Parma sono andato a giocare nella Panini Modena, poi a Mantova, a Napoli e poi sono tornato a Mantova dove ho messo radici e iniziato a lavorare a Siglacom che è una web agency maggiorata con molti altri servizi. Resto sempre nella mia versione plasmata da anni di sport di squadra: condividere obiettivi con i compagni di lavoro, essere costruttivo, aiutare chi è in difficoltà, impegnarsi per il risultato. Questo lo applico nel lavoro ma poi mi ritrovo ad applicarlo al mondo dei sim e anche nel campionato di volley che tutt’ora sto facendo in serie D a Parma con una squadra di “anzianotti” come me che giocano contro giovani virgulti tra cui ogni tanto incontriamo anche i figli di qualche mio compagno di squadra. I momenti più divertenti di questa squadra di vecchi marpioni sono quando gli allenatori delle squadre avversarie fanno il cazziatone ad alta voce sul tema “dall’altra parte c’è gente di 60 anni che gioca, si diverte e sta vincendo e voi invece…” :-D

Il tuo numero ha un senso particolare?
Abbastanza banale ma è il mio anno di nascita, però mi sono affezionato e mi piace.

Motto?
Nessun motto particolare, ma ho sempre creduto che dimostrare di essere una persona affidabile e corretta sia più importante che dimostrare di avere un talento infinito ma senza i prerequisiti detti prima.

Read 331 times